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Assoluti Femminili di Avellino: Schede delle finaliste
di Giuliano Orlando
Kg. 48: 1) Roberta Bonatti, nata a Piacenza il 5 luglio 1997, allieva del maestro Roberto Alberti della storica Salus e Virtus piacentina che nel 2019 ha festeggiato i 115 anni di attività, presente il sindaco Patrizia Barbieri che ha elogiato con sincero calore l’importanza della società pugilistica. Roberta che fa parte del Gruppo Sportivo Carabinieri, è una colonna della nazionale, bronzo agli europei 2019, al quarto alloro assoluto e guarda con grandi speranze ai Giochi 2024 di Parigi. “Sto vivendo i migliori momenti della mia carriera. Dopo il bronzo di Madrid ho fatto il salto di qualità, soprattutto mentale. Il mio rapporto con Manuel Cappai è fantastico, inoltre sono stata accolta dalla famiglia come una figlia e questo mi rende felice. Ho sentito che il CIO potrebbe riconoscere la mia categoria ai Giochi. Se ciò avvenisse sarebbe fantastico”.
2) Giovanna Marchese nata a Marcianise il 31 gennaio 2000, allieva della Excelsior Boxe, allenata da Francesco Rossano. E’ al secondo argento assoluto, dopo una carriera di vertice nelle giovanili. “Roberta è il mio riferimento della categoria, ha classe e da lei ho imparato tanto facendo i guanti. Con questo farò il possibile per compiere il sorpasso. Ad Avellino ho fatto meglio di Roma e punto al titolo nel 2021. Spero anche di entrare in un corpo militare per fare boxe a tempo pieno. Sognando di imitare Irma Testa e Katie Taylor, idoli assoluti”.
Kg. 51. 1) Olena Savchuk, nata 25 luglio 1994 a Ostropoli in Ucraina, risiede dal 2005 a Capistrello (Aquila), diplomata all’Istituto d’arte e iscritta alla facoltà di psicologia all’Università dell’Aquila. Si allena alla Sauli Boxe, del maestro Giuseppe Sauli. Esplosa nel 2019, vincendo Guanto d’Oro e tricolore, ha faticato ad allenarsi nel 2020, dovendo anche lavorare. Centrando comunque il bis: “In una stagione pessima, riconquistare il titolo è stato l’unica luce. Adesso aspetto la convocazione e spero che la pandemia sia solo un cattivo ricordo”.
2) Valentina Azzini, nata il 9 gennaio 1986 a Milano, allieva del Gym Heracles fondata dall’ex campione italiano pro, Renato De Donato. Alla prima esperienza agli assoluti: “Arrivare in finale a 35 anni non è usuale, anche perché dopo aver praticato ginnastica artistica, nel 2010 vado in palestra per praticare il pugilato. Sono perito informatico e negli ultimi anni assistente in uno studio dentistico. Mi sono licenziata, perché il titolare da mesi dimenticava di pagarmi. Mi allena Mirko Chiari, che mi ha portato all’argento e per questo lo ringrazio”.
Kg. 54: 1) Giulia Lamagna, nata il 26 aprile 1998 a Biella, allenata da Roberto Scaglione del Club Biella. Dopo l’oro 2018, il flop europeo e l’argento 2019 a Roma, battuta dalla Sorrentino, ha ricostruito tutto, iniziando da Avellino: “Dopo Madrid, il maestro Renzini mi ha rimproverato, facendomi piangere, cosa inaudita per me, che sono una dura. Ad Avellino non potevo fallire, infatti ho vinto e il coach mi ha convocato per uno stage a Parigi con tanto di dual match. Ma mi ha pure detto che debbo migliorare nella continuità”.
2) Sharon Prisco nata il 24 aprile 2001, a S. Giuseppe Vesuviano (Na), si allena a Marcianise nella sezione giovanile delle FFOO, con Antonio Brillantino e Francesco Rossano. Bronzo europeo jr. nel 2016, titolare youth nel 2018. Nel 2019 ha esordito agli assoluti, uscendo al debutto contro Lamagna. Stavolta l’ha ritrovata in finale: “In famiglia sono tutti appassionati di motori, solo io ho scelto la boxe. Ma sono tutti contenti e nonno Vincenzo è il mio primo tifoso. Oltre che brava, Giulia ha esperienza da vendere, cosa che manca a me. Un argento importante per la mia carriera, visto che ho solo 19 anni. Punto a disputare gli europei U22”.
Kg. 57: 1) Sirine Charaabi, nata il 5 maggio 1999 a Tunisi, residente a San Prisco nel casertano, allenata dall’emerito maestro Giuseppe Perugino, alla Tifata, alla quarta esperienza centra il tricolore. Secondo anno all’università di Napoli in lingue orientali: arabo, tunisino e francese. Ambisce alla nazionalità italiana: “Ho saputo rialzarmi dopo cadute pesanti. Per tre volte ho visto svanire il sogno del titolo e non sempre per mio demerito. Stavolta sono andata oltre l’ostacolo, battendo in finale la giusta favorita, dall’esperienza superiore. Ringrazio la città di San Prisco, dal sindaco all’assessore allo sport che mi hanno festeggiato e il mio maestro, un secondo papà e spero che questo successo abbrevi la decennale attesa della nazionalità italiana”.
2) Daniela Panait nata il 18 settembre 1982, a Bucarest (Romania) vive da anni a Torino e si allena alla Skull Canavesana, col maestro Vasile Butmariu, nel gym gestito da Furlan. Fa la guida turistica, terza nel 2017, argento nelle successive tre edizioni. “Per carattere sono una persona molto serena, e in passato ho sempre accettato il verdetto contrario. Stavolta pensavo di aver vinto. I giudici che rispetto, hanno visto diversamente. Peccato”.
Kg. 60: 1) Valentina Bustamante, nata il 25 settembre 1995 a Pavia, papà cileno, allenata dal maestro Fabio Lampugnani della BSA Boxing Team di Pavia. La bionda allieva di Fabio, maestro e grande motivatore, ci aveva provato nel 2017 e 2018, nei 64 kg. senza successo. Il soggetto aveva forza, senza le basi tecniche necessarie per emergere, Nel 2020 l’esplosione clamorosa: oro in Svezia, argento in Olanda e Portogallo: “Per carattere sono una guerriera che non si arrende mai, ma questo non bastava per salire in vetta. Debbo ringraziare il mio maestro che ha raffinato la mia boxe. In finale affrontavo una rivale che era già stata campionessa e tecnicamente era più completa. Per batterla dovevo attaccarla dal primo all’ultimo minuto. Per questo ho curato poco la difesa, colpendola in continuità. Tattica vincente. Consapevole di dover affinare il mio stile”.
2) Nadia Flalhi, nata il 3 ottobre 1993 in Marocco, residente a San Benedetto del Tronto nelle Marche, divide la giornata tra lavoro e pugilato. Ottime basi tecniche, ha vinto il tricolore nel 2018, bronzo nel 2019, ha disputato una bella prova ad Avellino, anche se non era nella migliore condizione: “Ho pagato il Covid in tutti i modi, perdendo il lavoro e allenandomi male. Non discuto il verdetto, con la differenza che io ho espresso pugilato, la mia avversaria ha tirato sberle. Nessun problema, tanto passo professionista”.
Kg. 64: 1) Pamela Noutcho, nata il 20 maggio 1992 a Bafia in Camerun, ha otto anni quando con mamma Maddalena si ricongiunge a papà Raymond che sta per laurearsi in ingegneria a Perugia, dove la piccola Pamela, completa le scuole dell’obbligo e le superiori. Nel 2010 a 18 anni, va a Bologna e si laurea in Scienze Infermieristiche nel 2014. Attualmente lavora al Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Bologna. Scopre la boxe casualmente e si iscrive alla “Bolognina” fondata dal maestro Alessandro Danè nel 2017 per aiutare i meno abbienti a trovare nella boxe un riscatto sociale. Nel 2019 si presenta agli assoluti di Roma, ma viene battuta dalla più esperta e anziana Erica Montalbini, (35 anni), marchigiana residente a Riccione per lavoro, che conquista l’argento. Pamela ad Avellino si prende la rivincita e in finale batte la più giovane lombarda Monteverdi. “Sono una lottatrice per temperamento, da ragazzina mi chiamavano Tyson e per questo odiavo la boxe. Oggi la debbo ringraziare perché mi ha insegnato molto, in primis a ragionare e riflettere. Uno sport terapeutico, meglio di tante sedute dallo psicologo. Pensare che la mamma quando ha saputo che andavo in palestra era disperata. Mi disse che mi avrebbero sfigurato e non avrei potuto sposarmi ed avere figli per i pugni ricevuti. Adesso è la mia fan. Il mio sogno? Vorrei arrivare a combattere a Las Vegas”.
2) Simona Monteverdi, nata il 13 marzo 1998 a Milano, la allena Davide Passaretti della Ruan Boxe Milano. Prima volta agli assoluti, pochi incontri ma un fisico da welter. Studia psicologia: “Non pensavo di arrivare in finale, e al terzo match ero stanca. L’argento mi sprona a intensificare gli allenamenti e a pensare al pugilato non solo un passatempo come ho fatto finora”.
Kg. 69: 1) Jessica Altadonna, nata a Piacenza il 16 settembre 1992, allenata da Nicola Campanile della Boxe Piacenza. Genitori siciliani, laureata in Psicologia a Parma con 110, verso il dottorato. Undici match all’attivo e unica seconda serie vincitrice del tricolore assoluto. Fa volontariato da quando aveva 17 anni, sorriso aperto e una passione infinita per uno sport scoperto tardi. “Mi sono presentata consapevole di dover affrontare avversarie più esperte, Ho cercato di ragionare e far tesoro delle lezioni del mio maestro. In finale la Gomiero ha cercato di travolgermi, attaccando come una furia. Sono stata brava a farla sfogare coprendomi bene e poi anticiparla con colpi d’incontro e vincere netto. Sono felicissima”.
2) Andrea Gomiero nata il 14 ottobre 1986, allieva del maestro Leonardo Bizzi della New Boxe 2010 di Lietto di Campolongo Maggiore (Venezia), al secondo tentativo tricolore. Bronzo nel 2019, argento ad Avellino. “Mi sono fatta prendere dalla fretta di vincere e ho pagato l’errore”.
Kg. 75: 1) Carlotta Paoletti nata il 22 dicembre 1997 ad Ascoli Piceno nelle Marche, a 15 anni entra all’Ascoli Boxe del maestro Attilio Romanelli, ma solo a vent’anni sceglie l’agonismo e nel 2017 a Gorizia vince il tricolore negli 81 kg. Si ripete a Roma 2019 e fa il tris ad Avellino nei 75. In nazionale disputa tornei e europei. Nel 2019 si trasferisce a Mercato S. Severino (Salerno) con i maestri Gianluigi e Gennaro Moffa che gestiscono la Olympic Planet. Al secondo anno di Scienze Motorie all’Università di Foggia. “La lunga assenza dal ring mi ha creato ansia che si è riflessa nell’unico incontro ad Avellino. Ero bloccata e capivo che non davo il meglio. L’avversaria non era un problema, ero io che sbagliavo. Sto lavorando per diventare cattiva”.
2) Oxana Diulgher, nata il 19 agosto 1993 a Chisinau capitale della Moldavia. Nel 2011 si trasferisce con la famiglia a Thiene nel Veneto e lavora in una ditta che lavora la plastica. Attiva nel taekwondo fin da piccola, nel 2015 entra nella palestra Cuba Boxe El Guiro, del maestro Solano e debutta sul ring l’anno dopo. Seconda al Guanto d’Oro nel 2017 e 2018, A fine 2018 subisce un incidente stradale che la blocca fino al 2020. Ad Avellino il rientro dopo oltre due anni di stop. “Causa anche il Covid 19, mi sono allenata pochissimo. Ugualmente i giudici non mi hanno trattato bene. Avevo perso solo il primo round. Comunque chiedo la rivincita. Cominciando dal Guanto d’Oro del 2021. Sono un tipo deciso”.
Kg. 81: 1) Sara Stirpe, nata 12 luglio 1996 a Voltri (Genova), a 18 anni, si diploma ragioniera e su consiglio di un amico, per calmare il carattere ribelle e la gestione del cibo, da buona forchetta, entra nella Palestra Rossetto Boxe ad Arenzano. Nel 2017 si ferma, dovendo gestire col fratello Simone due caffetterie in zona balneare. Sveglia alle 4,30 e avanti fino alle 22. Prima volta agli assoluti. “Che dovessi fare la boxe era destino. Bruno Arcari è nipote di mia nonna Anna. Ho avuto la fortuna di incontrare un maestro come Rossetto, più di un padre, che mi ha maturato e fatto amare questo sport. Per andare ad Avellino ho lasciato mio fratello a lavorare il doppio. Per fortuna gli ho portato lo scudetto tricolore. La vittoria mi ha stimolato a proseguire, scendendo a 75 kg. il mio peso”.
2) Giada Epifani nata il 7 settembre 1992 a Taranto, nipote di Vincenzo Quero, mamma di Aurora di 3 anni, un cane labrador e l’esordio sul ring a 20 anni nel 2012. L’anno dopo va agli assoluti, eliminata dalla Severin. Argento 2014, 2016 e 2020, terza nel 2018. Abbonata ai posti d’onore anche al Guanto d’Oro: bronzo 2018, argento 2020. Vive a Reggio Emilia dal 2018, lavora in gastronomia alla COOP, si allena alla Second Out col maestro Michele Gelli: “Avevamo preparato il match contro la Severin, che ha rinunciato e mi sono trovata contro una che spingeva e colpiva per linee esterne. Non ci ho capito nulla e ho perso da stupida. Ma non mollo, nel 2021 mi presento nei 69 kg. e voglio fare la mia nella figura”.